Secondo giornata di lavori del 18° congresso FSM: l’intervento di Cinzia della Porta, USB <span> La Diretta </span>
Si è aperta la seconda giornata dei lavori del 18° congresso sindacale mondiale della FSM – WFTU, ospitato a Roma da Unione Sindacale di Base tra il 6 e l’8 maggio. Riportiamo la trascrizione completa dell’intervento della nostra delegata al congresso Cinzia della Porta, responsabile per il dipartimento internazionale USB.
Il congresso mondiale FSM, in corso da venerdì 6 maggio all’Holiday Inn Parco dei Medici con l’organizzazione USB e la partecipazione di oltre 400 delegati di 102 paesi, si conclude domenica 8.
“È un onore per me parlare al 18 congresso della FSM, ospitato dalla USB.
La fase storica che stiamo attraversando è molto difficile per i lavoratori, i popoli e per noi sindacati di classe che tutti i giorni lottiamo per difendere i diritti dei lavoratori e costruire una società senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'ambiente.
La crisi economica e la competizione interimperialistica aprono scenari sempre più drammatici. una crisi economica che è crisi di un modello, quello capitalistico, che non trova più margini di valorizzazione. È il Modo di Produzione Capitalistico che ha raggiunto il suo limite: le condizioni di una crescita adeguata alla dimensione del capitale mondiale ed alla sua necessità di valorizzazione non ci sono più, a meno che non si vada verso una guerra generalizzata, con l’incognita di uno sbocco nucleare.
Gli unici margini di crescita possono provenire da un sempre più accentuato sfruttamento della Forza Lavoro e delle sempre più limitate risorse naturali del globo, ma anche dallo scontro e dalla competizione tra i grandi blocchi finanziari-economici-statuali storici, i paesi imperialisti occidentali, e le potenze euro asiatiche, oggettivamente antagoniste del vecchio blocco occidentale. In questo caso l’obiettivo è quello di sottrarre con la forza militare fette di mercato, territori e mano d’opera. Le catene del valore, allungatesi in questi anni a livello internazionale si stanno ridefinendo, ridisegnando le forme e i perimetri dello sfruttamento. Un nuovo scenario si sta determinando, che necessita da parte nostra uno sforzo di analisi in grado di adeguare le nostre organizzazioni sindacali alle sfide imposte dalla nuova era di competizione tra blocchi economici in profonda ricomposizione. Su questo terreno l’Unione Sindacale di Base è impegnata con il proprio centro studi e con una inchiesta sul campo che accompagna quotidianamente il nostro lavoro di classe.
La guerra in atto in Ucraina può tracimare in ogni momento in un conflitto nucleare, in quanto il modo di produzione capitalistico non prevede alcuna alternativa alla competizione e alla concorrenza, fino alle sue ultime conseguenze, come per altro ci ha ricordato la Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen dicendo che la UE deve tenere testa ad un mondo ipercompetitivo.
La pandemia sta continuando a mietere milioni di vittime nel mondo, evidenziando ancora una volta la brutalità del capitalismo. La crisi sanitaria non è stata causata dal virus, ma da sistemi sanitari smantellati in nome del profitto e dalla scelta criminale di mantenere aperte tutte le strutture produttive in nome del profitto.
Solo chi ha scelto la difesa della salute e della vita dei cittadini è riuscito a contenere il disastro pandemico. Il socialismo di Cuba è stato l'esempio più evidente di un paese che ha scelto la tutela della salute dei propri cittadini e la solidarietà internazionalista, esplicitata attraverso l’invio di medici anche in paesi ricchi come l'Italia. Insieme a queste politiche di umanità, Cuba si è dotata di un sistema pubblico di ricerca, farmaceutico capaci di produrre vaccini gratuiti per tutto il popolo.
Nel nuovo scenario di guerra, che sta cambiando i connotati delle relazioni internazionali e le caratteristiche dei sistemi produttivi, la funzione della FSM e dei sindacati ad esso afferenti è strategica.
Nel nostro paese ci siamo mobilitati con azioni molto concrete. I lavoratori dell'aeroporto di Pisa, iscritti a USB si sono rifiutati di caricare armi che avrebbero dovuto essere di aiuti “umanitari”. Così hanno fatto i lavoratori del porto di Genova. Un esempio subito seguito anche dai lavoratori dei porti greci.
USB è scesa in piazza in tutta Italia contro la guerra, contro l'invio di armi, contro la NATO.
Il movimento di classe internazionale storicamente è contro la guerra e noi oggi rappresentiamo con chiarezza quel posizionamento e quella predisposizione al conflitto, che interpreta il sentimento di miliardi di persone nel mondo.
Per sostenere lo sforzo bellico i paesi a capitalismo maturo sono costretti ad attaccare ancora più a fondo io diritti dei lavoratori, attraverso ulteriori riduzioni salariali, applicando forme di lavoro sempre più simili alla schiavitù, per garantire i quali stiamo assistendo ad un aumento della repressione verso chi lotta.
Noi sindacati di classe, uniti, lottiamo in ogni paese contro la guerra e lo sfruttamento che si porta dietro.
Dobbiamo continuare a connettere le nostre lotte, dai settori agricoli, a quelli industriali al pubblico impiego, ai portuali. dobbiamo estendere più forza con sempre le nostre lotte, indicando ai lavoratori il capitalismo, i governi ei sindacati complici i nemici contro cui combattere.
ABBASSATE LE ARMI ALZATE I SALARI è stato lo slogan del nostro sciopero e manifestazione dello scorso 22 aprile, giornata importante che ha visto lavoratori e studenti uniti in piazza.
Dobbiamo rafforzare la FSM, lavorando sempre di più negli uffici regionali e di settore e portare in tutte le nostre lotte le bandiere della organizzazione sindacale internazionale
Dobbiamo rafforzare e coordinare la nostra organizzazione sindacale, costruendo percorsi comuni sui tempi generali e connettendo le lotte nei vari paesi perché i contadini indiani e i braccianti italiani vivono lo stesso sfruttamento.”
Unione Sindacale di Base