Il paese “più libero del mondo” vieta il diritto all’aborto

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La Corte Suprema statunitense ha cancellato la storica sentenza Roe v. Wade che per oltre 50 anni aveva protetto il diritto all’aborto.
Una svolta buia, un’aggressione violenta ai diritti delle donne, un salto indietro di oltre un secolo.
Ora i vari Stati federati che compongono il colosso nord americano sono liberi di vietare l’interruzione di gravidanza.

Storicamente la Corte Suprema, quando ha ribaltato una sentenza, lo ha sempre fatto per ampliare i diritti. Stavolta invece abolisce un diritto vitale, trovando molti Stati conservatori pronti a raccogliere l’invito. Già diversi di essi stanno applicando alla lettera le disposizioni della Corte.

Non una parola invece sulla “libertà” di comprare armi devastanti, con le quali ogni giorno si effettuano stragi in ogni angolo di quel grande pase, come in un eterno film di far west, dove però si muore davvero. Questa è l’ “American way of life” del XXI secolo, che ogni giorno politicanti e giornalisti servi rappresentano come modello di democrazia al quale fare riferimento.

Con questa sentenza per milioni di donne americane si apre un capitolo ancora più cupo di quanto non lo sia già, in un paese dove i diritti della popolazione sono calpestati ogni giorno.
Le donne che avranno le possibilità economiche di percorrere migliaia di km potranno esercitare questo diritto negli Stati dove rimarrà garantito, quelle povere si dovranno affidare alle “mammane”, termine dimenticato che denominava le persone che esercitavano clandestinamente, anche nel nostro paese, l’interruzione di gravidanza, mettendo a rischio la vita delle donne, che infatti morivano a centinaia ogni anno.

A causa di questo criminale provvedimento, più di metà dei cinquanta Stati americani potranno immediatamente vietare il ricorso all’interruzione di gravidanza, impattando la vita di decine di milioni di donne.

Secondo il Centro per i diritti riproduttivi, più del 58 per cento delle donne in età fertile – una percentuale equivalente a quaranta milioni di persone – vive in Stati che sono contrari all’aborto.

Finito lo smantellamento dei residui diritti sociali, si inizia a distruggere anche quelli civili. Non a caso le prime ad essere colpite sono le donne, su un tema rappresentativo del livello di civiltà di un paese.

Con questa decisione gli Stati Uniti diventano una delle quattro nazioni al mondo a cancellare il diritto all’aborto.
È un incredibile passo indietro, rappresentativo di quanto l’imperialismo statunitense sia reazionario, retrogrado e pericoloso, anche per la sua popolazione.

USB Internationale