Stand Up Strike: negli Stati Uniti i lavoratori dell’auto scioperano per rivendicare più salario e meno orario
È un evento storico quello a cui si sta assistendo negli States, dove la UAW (United Auto Workers International) il sindacato dei lavoratori dell’automotive ha proclamato, per la prima vota dopo 88 anni, un pesantissimo sciopero contro le “Big Three” cioè le principali case automobilistiche USA: Ford, General Motors e Stellantis.
Lo sciopero riguarda il mancato rinnovo del contratto, in cui la UAW sta rivendicando un aumento salariale complessivo del 40%, la riduzione di orario di lavoro portando la settimana a 32 ore lavorative, il ritorno dei piani pensione aziendali (ora individuali) e lo stop al ricorso ai lavoratori temporanei.
Le richieste sono state respinte da parte delle tre case automobilistiche che si rifiutano di accettare le rivendicazioni del sindacato, calate dentro la complicata fase della transizione energetica ecologica e dove si pone necessariamente la questione dell’intervento sulla difesa dell’occupazione e del salario dei lavoratori.
La transizione verso il motore elettrico infatti, porta inevitabilmente il rischio di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro (70.000 a rischio solo in Italia) ed è evidente che il perimetro dei nuovi rinnovi contrattuali deve mettere al riparo l’occupazione attraverso richieste importanti, che devono essere poste immediatamente al centro del dibattito politico e sindacale anche nel nostro paese.
Venerdì scorso USB ha proclamato uno sciopero presso lo stabilimento Stellantis di Atessa, nuovamente contro i ritmi ed i carichi lavorativi estenuanti che stanno subendo i lavoratori. Il CCSL sottoscritto dal sindacalismo complice mostra sempre di più la corda anche alla luce di quanto sta avvenendo a livello internazionale, dove le lotte dei lavoratori sono sempre più orientate a garantirsi diritti innovativi, più salario dentro un contesto dove le case automobilistiche (ma non solo) continuano a macinare ricavi con profitti aumentati in modo smisurato mentre gli stipendi dei lavoratori sono rimasti al palo.
Le nostre rivendicazioni, anche nei prossimi rinnovi contrattuali che ci attendono, dovranno per forza partire da forti aumenti salariali e dalla necessità di affrontare quanto prima il tema della riduzione di orario di lavoro a parità di salario.
Su Stellantis continuiamo a ripetere che, senza impegni formalizzati con il nostro paese, l’obiettivo del Governo di produrre un milione di auto si trasformerà in una debacle politica e soprattutto occupazionale senza precedenti. La multinazionale pensa di poter addossare i costi della transizione ecologica al nostro Paese e soprattutto ai lavoratori.
Servono garanzie e strumenti per affrontare il tema dell’occupazione, serve la garanzia sui numeri produttivi nei singoli plant. Serve una svolta che con coraggio dica chiaramente quale modello di sviluppo economico abbiamo in mente.
USB Industria – Lavoro Privato
Roma 16.09.2023