L'Unione Sindacale di Base condanna duramente la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele.
La decisione dell’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme ribadisce, in una delicatissima fase di tensione politica e militare in Medio Oriente, le scelte di guerra adottate da questa amministrazione in ogni scenario geopolitico, dall’America Latina sino all’estremo Oriente. Affiancare Israele dopo le sconfitte subite in Siria da parte della coalizione USA – Arabia Saudita – Israele, che hanno sostenuto l’ISIS nel tentativo di distruggere anche quel paese, significa dare una nuova chance all’opzione militare, per tentare una via di uscita da uno smacco pericoloso per la declinante egemonia statunitense nel mondo.
Le prese di posizione di queste ore da parte della UE, dell’ONU e di altri grandi paesi contro questa decisione unilaterale non sollevano dalle proprie responsabilità Stati e governi - come quello italiano - che in questi anni non hanno mai mosso un dito al fianco del popolo palestinese, lasciandolo solo nelle mani di chi lo tiene richiuso in gabbie a cielo aperto, veri e propri “bantustan” in stile Apartheid sudafricano, dove uomini, donne e bambini sono quotidianamente torturati nel corpo e nella psiche dai soldati sionisti .
In questo osceno balletto di ipocrisia internazionale sottolineiamo il servilismo del governo e delle istituzioni sportive italiane che hanno accettato, per qualche milione di euro, di legittimare oggettivamente la “israelizzazione” di Gerusalemme ancor prima dell’operazione Trump, facendo partire a maggio 2018 il Giro d’Italia proprio da quella città. Per questo ribadiamo la ferma opposizione del nostro sindacato a questa tappa del giro d’Italia, anche attraverso il sostegno delle campagne in corso per impedire che ciò avvenga.
Di nuovo, il popolo palestinese subisce sulla sua pelle un gioco diplomatico e militare che lo vede da troppo tempo vittima sacrificale di scopi che superano la loro lotta di liberazione nazionale. Nel contempo, i fatti di queste ore dimostrano la centralità della questione palestinese, che può trovare soluzione solo nella creazione di uno stato nazionale palestinese dove possano convivere tutti gli abitanti attuali di quelle terre, sconfiggendo definitivamente l’allucinante ipotesi sionista di uno stato mono confessionale / religioso.
In questo nuovo doloroso frangente della vicenda palestinese ribadiamo il nostro sostegno totale a quel popolo, mettendo a disposizione le nostre strutture e il nostro impegno al fianco delle mobilitazioni che si determineranno nei prossimi giorni, per respingere con fermezza l’atto di forza intrapreso dal governo statunitense.
USB dipartimento internazionale