Intervento USB di Cinzia della Porta al 17 Congresso della Federazione Sindacale Mondiale
Cari compagni,
Segretario Generale Mavrikos,
Presidenza del XVII Congresso della Federazione Sindacale Mondiale
A nome di USB ITALIA porto i saluti ai delegati e a tutte le organizzazioni aderenti alla FSM che oggi si riuniscono per rilanciare e far crescere ancora la nostra grande organizzazione internazionale.
La fase e la situazione in cui noi, come sindacati di classe, oggi, ci troviamo a lottare per costruire il sindacato di massa, internazionalista è estremamente complessa e difficile.
La crisi sistemica del capitale non vede soluzione, l’Unione Europea sta ristrutturando il proprio assetto con processi di centralizzazione economico-finanziaria e istituzionale, funzionali alla competizione internazionale e dunque inderogabili.
Nel nostro paese queste politiche stanno avendo un effetto pesantissimo sulla nostra classe di riferimento, sull’assetto istituzionale, normativo e sulla Costituzione nata dalla Resistenza antifascista del 1943-45.
La Brexit sta portando alla definizione di un nuovo asse di potere guidato da Germania e Francia, rilanciando la competizione tra i blocchi economici imperialisti EU e USA, che assume forme sempre più evidenti: il fallimento del TTIP, il conflitto sulle sanzioni alla Apple in Irlanda, le richieste di risarcimento della WTO sui sussidi statali all’europea AirBus.
Insieme alla guerra di classe entro i confini europei, gli scenari di guerra guerreggiata su più fronti assumono forme sempre più acute.
I migranti che fuggono dalle zone di guerra verso l’Europa, la chiusura delle frontiere di alcuni paesi, l’ accordo con la Turchia per bloccare i flussi, l’uso strumentale dei disperati che sopravvivono alle traversate del Mediterraneo per ingrossare l’esercito industriale di riserva e dividere la classe operaia dal suo interno, rappresentano nel nostro paese un dramma e una delle più grandi contraddizioni di questa epoca.
L’Unione Europea governa i vari Stati nazionali attraverso i cosiddetti memorandum e le raccomandazioni, che vanno nella direzione di taglio allo stato sociale, taglio alle pensioni, innalzamento dell’età pensionabile, distruzione dei diritti del lavoro.
In Italia l’approvazione del jobs act, richiesta e applaudita dall’Unione Europea, ha portato a nuove forme di schiavitù nel mondo del lavoro. La strategia e le priorità delle politiche europee (definite nell’agenda di Lisbona) sono tutte improntate a sostenere la capacità aggressiva del polo economico Europeo: la creazione di un “contesto favorevole agli imprenditori”, l’ adeguamento del mercato del lavoro e del welfare state (flessibilità, adattabilità ed occupabilità, riforma del sistema previdenziale) alle necessità imprenditoriali, l’ aumento degli spazi e delle aree di mercato (liberalizzazioni e privatizzazioni), l’organizzazione e la specializzazione delle economie (con una divisione internazionale a livello europeo dei settori industriali e dei servizi).
La strategia di riforma del mercato del lavoro, confermata nelle varie agende e raccomandazioni, non riguarda solo il lavoro ma anche l’intero sistema sociale. Con l’alibi della lotta alla disoccupazione, oltre che l’aumento della precarietà e della flessibilità dei lavoratori e la riduzione salariale, l’intero sistema sociale, dalla scuola alle pensioni, diventano una variabile del mercato e della relativa competitività delle imprese.
L’EU con la cosiddetta “agenda 2020” pone l’obiettivo della modernizzazione dei mercati del lavoro, indicando l’esigenza di adattare alle mutate condizioni di crisi economica la relazione tra impresa e lavoratori, in funzione dell’aumento della produttività del lavoro.
In tutto il continente europeo si è proceduto a riforme che hanno devastato le tutele dei lavoratori: In Germania con il Piano Hartz, in Spagna con Riforma del lavoro di Rajoy nel 2012, in Francia con la Loy Travaile, in Italia dalla Legge Monti-Fornero al Jobs Act di Renzi, in Grecia dalle Riforme del Governo Papandreu del 2010 sino ai Memorandum gestiti oggi dal governo Syriza. Tutte riforme che facilitano le procedure di licenziamento, abbassano le tutele in caso di disoccupazione o crisi aziendale, aumentano e riorganizzano le forme di precarietà, privatizzando ulteriormente il mercato del lavoro e demolendo norme a tutela della dignità (come per il caso italiano dei controlli a distanza dei lavoratori e dei demansionamenti), incrementando al massimo una condizione di ricatto sui lavoratori.
La condizione della classe nel nostro paese è di grande frammentazione, che tende a trascendere in una lotta tra poveri, fomentata ad arte da ossessive campagne di stampa e governative.
I lavoratori precari contro i lavoratori a tempo indeterminato, i giovani contro i pensionati, gli italiani contro i migranti. Una situazione di frammentazione e lotta interna frutto di una condizione di estrema difficoltà economica unita a una forte campagna ideologica che sta cancellando dalla nostra società non solo elementi di solidarietà ma anche di capacità di riconoscere i reali nemici di classe.
In questa situazione, in particolare in Italia rispetto agli altri paesi europei, il livello di conflitto e capacità di reagire sono limitati soprattutto a causa della complicità con le politiche padronali e governative dei sindacati aderenti all’ITUC.
Nonostante una condizione difficile, che affonda le radici nella storia del nostro paese, che vede un’intera classe dirigente precedentemente di sinistra passata completamente dalla parte dell’avversario di classe, USB sta costruendo un sindacato conflittuale, in relazione con le altre organizzazioni sindacali che afferiscono alla FSM in Europa.
Stiamo costruendo e sostenendo lotte in tutti i settori di lavoro, pubblico e privato, al fine di connettere le lotte di chi oggi, pur appartenendo alla stessa classe, è stato diviso da un lavoro scientifico fatto dal capitale.
Lavoriamo per unire i migranti, i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, i senza casa, i braccianti, per difendere i propri diritti.
Il 14 settembre scorso a Piacenza è stato barbaramente ucciso Abd Elsalam Ahmed Eldanf, un lavoratore immigrato egiziano nostro delegato alla GLS (multinazionale della logistica). Abd si trovava di fronte alla sua azienda a fare un picchetto per difendere non il suo posto di lavoro, ma quello dei sui colleghi, dando un esempio di solidarietà di classe che affonda le radici nella migliore storia del sindacalismo conflittuale.
Un assassinio che fa emergere tutta la brutalità di una classe padronale che oggi ha a disposizione tutte le norme anti operaie di emanazione europea di cui ho parlato sino ad ora.
L’assassinio di Abd Elsalam ha avuto un grande risalto in Italia e abbiamo ricevuto molti messaggi di solidarietà dai sindacati di tutto il mondo. Ora in Italia c’è maggiore consapevolezza del ruolo avanzato che i migranti possono svolgere nello scontro di classe.
Occorre dare gli strumenti sindacali, organizzativi e politici a queste avanguardie, per sconfiggere una volta per tutte il capitalismo e costruire il socialismo in Italia, in Europa, nel mondo.
Il prossimo 21 ottobre abbiamo convocato uno Sciopero generale in Italia sulla nostra piattaforma di lotta. Il 22 ottobre ci sarà una grande manifestazione a Roma che abbiamo convocato assieme a numerose realtà politiche e sociali. L’obbiettivo è quello di cacciare il Governo Renzi e combattere le politiche dell’Unione Europea.
L’Unione Sindacale di Base è nata per dare questi strumenti alla classe operaia che vive nel nostro paese, trovando nel WFTU un formidabile moltiplicatore di forza, continueremo a dare il nostro contributo alla crescita e al rafforzamento del wftu in europa.
Cari compagni e care compagne, dovremo affrontare una fase storica di grandi conflitti e cambiamenti, nella quale l’organizzazione e l’unità dei lavoratori giocherà un ruolo fondamentale, per cambiare i rapporti di forza internazionali a favore della nostra classe e del progresso dell’umanità.
Un compito arduo, che potremo affrontare con maggiore forza perché siamo uniti, per questo saremo invincibili.