1° Maggio 2023, una giornata di lotta e di denuncia verso lo sciopero generale indetto da USB il 26 maggio
Nel giorno in cui provocatoriamente il governo Meloni convoca il Consiglio dei Ministri per annunciare l’abolizione del reddito di cittadinanza, l’ulteriore liberalizzazione dei contratti e la truffa del cuneo fiscale, le tante piazze italiane organizzate dall’Unione Sindacale di Base hanno riportato il 1° Maggio al suo vero valore simbolico: una giornata di denuncia contro lo sfruttamento, contro il decreto Cutro, per l’introduzione nel codice penale del reato di omicidio nei luoghi di lavoro e per aumenti salariali di 300 euro netti.
Dai partecipatissimi cortei di Roma e di Bergamo - animato dai lavoratori della Italtrans in lotta - al presidio di Torino con i lavoratori degli appalti presso il Consorzio delle Residenze Reali sabaude in sciopero, dalla piazza di Napoli, ove la questione della cancellazione del Reddito di Cittadinanza è particolarmente avvertita, al corteo di Trieste con i lavoratori della Wartsila che rivendicano garanzie sul piano industriale ed occupazionale, dalla piazza di Bologna a quelle di Vicenza e Pisa, ovunque si è levata forte anche la voce dei lavoratori pubblici che rivendicano assunzioni, stabilizzazione dei precari e 300 euro di aumento per il rinnovo dei contratti.
Una giornata in cui le tante piazze non soltanto hanno restituito al 1° Maggio il suo vero significato di giornata di lotta per rivendicare aumenti salariali e contro la guerra e l’invio di armi, ma anche una tappa di avvicinamento verso il 26 maggio quando i tanti temi emersi durante il 1° Maggio saranno al centro dello sciopero generale indetto dall’USB.
Unione Sindacale di Base
Roma 2 maggio 2023