'NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO': Documento finale dell'assemblea del 1 ottobre a Roma, teatro Ambra Jovinelli -foto-

In allegato il Documento finale e la Relazione introduttiva di Cremaschi. Le foto dell'assemblea e di tutti gli interventi (in alcune il nome in sovraimpressione non corrisponde alla persona ritratta)

Roma -

Noi partecipanti all’assemblea del 1° ottobre a Roma: “Noi il debito non lo paghiamo. Dobbiamo fermarli” ci assumiamo l’impegno di costruire un percorso comune.

Tale percorso ha lo scopo di affermare nel nostro paese uno spazio politico pubblico, che oggi viene negato dalla sostanziale convergenza, sia del governo sia delle principali forze di opposizione, nell’accettare i diktat della Banca Europea, del Fondo Monetario Internazionale, della Confindustria e della speculazione finanziaria. Vogliamo costruire uno spazio politico pubblico, che rifiuti le politiche e gli accordi di concertazione e patto sociale, che distruggono i diritti sociali e del lavoro. Vogliamo costruire uno spazio politico pubblico nel quale si riconoscono tutte e tutti coloro che non vogliono più pagare i costi di una crisi provocata e gestita dai ricchi e dal grande capitale finanziario e vogliono invece rivendicare sicurezza, futuro, diritti, reddito, lavoro, uguaglianza e democrazia.

 


Vogliamo partire dai cinque punti attorno ai quali è stata convocata questa assemblea:

1.     Non pagare il debito, far pagare i ricchi e gli evasori fiscali, nazionalizzare le banche.

2.     No alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra, no alla corruzione e ai privilegi di casta.

3.     Giustizia per il mondo del lavoro. Basta con la precarietà. Siamo contro l'accordo del 28 giugno e l'articolo 8 della manovra finanziaria.

4.     Per l’ambiente, i beni comuni, lo stato sociale. Per il diritto allo studio nella scuola pubblica.

5.     Una rivoluzione per la democrazia. Uguale libertà per le donne. Parità di diritti per i migranti. Nessun limite alla libertà della rete. Il vincolo europeo deve essere sottoposto al nostro voto.



Ci impegniamo a portare i temi affrontati in questa assemblea diffusamente in tutto il territorio nazionale, costruendo un movimento radicato e partecipato. Così pure vogliamo approfondire i singoli punti della piattaforma con apposite iniziative e con la costruzione di comitati locali aperti alle firmatarie e ai firmatari e a chi condivide il nostro appello. Intendiamo organizzare una petizione di massa sul diritto a votare sul vincolo europeo.

Nel mese di dicembre, a conclusione di questo percorso a cui siamo tutti impegnati a dare il massimo di diffusione e partecipazione, verrà convocata una nuova assemblea nazionale, che raccoglierà tutti i risultati e le proposte del percorso e che definirà la piattaforma, le modalità di continuità dell’iniziativa, le mobilitazioni e anche eventuali proposte di mobilitazione e di lotta.

Intendiamo costruire un fronte comune di tutte e tutti coloro che oggi rifiutano sia le politiche del governo Berlusconi, sia i diktat del governo unico delle banche. Diciamo no al vincolo europeo che uccide la nostra democrazia. Chi non è disposto a rinviare al mittente la lettera della Banca Europea non sta con noi. Questo fronte comune non ha scopo elettorale, ma vuole intervenire in maniera indipendente nella vita sociale e politica del paese, per rivendicare una reale alternativa alle politiche del liberismo e del capitalismo finanziario. Questo fronte comune vuole favorire tutte le iniziative di mobilitazione, di lotta, di autorganizzazione che contrastano le politiche economiche liberiste. Questo percorso si inserisce nel contesto dei movimenti che, in diversi paesi europei e con differenti modalità e percorsi, contestano le politiche di austerità e la legittimità del pagamento debito a banche e imprese.

Su queste basi i partecipanti all’assemblea saranno presenti attivamente anche alla grande manifestazione del 15 ottobre a Roma sotto lo striscione “Noi il debito non lo paghiamo”.

 

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Relazione introduttiva dell'Assemblea 1° ottobre

Perché siamo qui

In questo ultimo anno nel nostro paese c’è stato un vasto e articolato movimento di lotta. Più di un anno fa gli operai di Pomigliano hanno detto no in tanti al ricatto di Marchionne. Il loro rifiuto si è incontrato con una diffusa ribellione all’aggressione ai diritti, alle libertà, alla democrazia. Hanno lottato gli studenti e i giovani contro i tagli alla scuola e il precariato. I migranti sono saliti sulla gru contro le truffe di stato, la segregazione e la cancellazione dei diritti civili. Hanno lottato i movimenti civili contro l’attacco alle libertà costituzionali.

Lottano, e siamo fino in fondo con loro, i No Tav, contro l’occupazione militare di un intero territorio, decisa con consenso bipartisan per realizzare un’opera tanto devastante quanto inutile. Sono scese in piazza le donne, contro l’autoritarismo patriarcale che usa la crisi per riaffermarsi e riorganizzarsi. E infine a giugno 27 milioni di cittadini hanno detto no alla privatizzazione dei beni comuni, non solo dell’acqua, ma di tutti i principali beni che sono alla base della nostra vita.

Subito dopo, quando erano cresciute le nostre speranze di un vero cambiamento, si è sviluppata una nuova fase della crisi che ha portato al colpo di stato economico di questo agosto. Tutti i principi, tutte le istanze, tutte le domande di un anno e mezzo di lotte sono state cancellate nel nome dell’emergenza del debito. Il governo Berlusconi ha espresso tutto il suo degrado reazionario e la sua impresentabilità. Ma l’opposizione si è rivelata ancora più inconsistente e indisponibile a un reale cambiamento. Lo scontro politico ufficiale è su chi rassicura di più i mercati, cioè tra chi è più disponibile a soddisfare gli interessi del grande capitale finanziario nazionale e internazionale. Per questa ragione di fondo abbiamo pensato di riunirci...

...leggi tutto nel documento allegato

 

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Ordine degli interventi (e delle foto allegate):

Relazione Giorgio Cremaschi

   1. Fabrizio Tomaselli (Usb)
   2. Giorgio Sestili (Ateneinrivolta)
   3. Nicoletta Dosio (NoTav)
   4. Paolo Divetta (Roma Bene Comune)
   5. Franco Russo (Forum Diritti Lavoro)
   6. Ciro Pesacane (Forum Ambientalista)
   7. Mauro Casadio (Rete dei Comunisti)
   8. Eliana Como (Rete 28 aprile)
   9. Massimiliano Murgo (Autoconvocate/i Milano)
  10. Imma Barbarossa (Rete femminista)
  11. Flavia D'Angeli (Sinistra Critica)
  12. Fabrizio Truini (legge il messaggio di Alex Zanotelli)
  13. Delia Fratucelli (Coordinamento Torino 1' ottobre)
  14. Mimmo Loffredo (Rsu Fiat Pomigliano)
  15. Giulietto Chiesa (Laboratorio politico Alternativa)
  16. Marco Ferrando (PCL)
  17. Ezio Gallori (Ancora in marcia)
  18. Paolo Grassi (Falce e Martello)
  19. Alessandro Mustillo (Comunisti-Sinistra popolare)
  20. Jacopo Venier (Libera Tv)
  21. Paolo Ferrero (PRC)
  22. Francesco Cori (Coordinamento Precari Scuola)
  23. Vittorio Agnoletto
  24. Bob Fabiani (Rete Viola)


 

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